Con questo articolo intendiamo riprendere il discorso sull’implantologia dentale, entrando nel merito di questioni più tecniche, come i processi di osteointegrazione e la rigenerazione ossea.
Si tratta di aspetti fondamentali che i chirurghi implantologi del nostro studio dentistico a Bologna devono considerare attentamente, prima di eseguire un intervento.
Come abbiamo già avuto modo di dire, l’implantologia si occupa di riqualificare le zone del cavo orale in cui mancano uno o più denti, attraverso il posizionamento di impianti dentali.
A differenza delle tradizionali protesi fisse, che vengono ancorate ai denti ancora presenti, gli impianti vengono inseriti sull’osso, attraverso una radice artificiale.
Affinché l’impianto possa considerarsi davvero saldo e inamovibile, è indispensabile che tra la radice e il tessuto osseo avvenga un processo di osteointegrazione.
Ma cosa significa nello specifico?
Significa che deve crearsi una microscopica connessione tra la parte vitale dell’osso e la radice in titanio dell’impianto, segno che il corpo ha accettato l’elemento protesico senza mostrare reazioni di rigetto.
Fin qui tutto bene, ma se le cose non filano così lisce?
Quali valutazioni preliminari deve eseguire il chirurgo implantologo?
Nell’implantologia tutto gioca sulla qualità dell’osso, che deve avere la giusta densità, diametro, altezza e spessore sufficienti per essere idoneo all’inserimento di un impianto.
Di norma, l’osso è formato da una parte dura all’esterno e da una spugnosa all’interno, dove si trova il
midollo.
In alcuni casi, proprio la mancanza di denti concorre a compromettere la normale conformazione dell’osso, favorendo un processo atrofizzante e di riassorbimento.
Attraverso una tomografia computerizzata, la cosiddetta TC, gli specialisti del nostro studio dentistico a Bologna possono conoscere l’effettiva densità ossea del paziente.
In questo modo, dispongono degli elementi necessari per una diagnosi precisa e possono valutare se si debba ricorrere ad un intervento di chirurgia rigenerativa.
Come si determina la sussistenza della corretta densità ossea?
Il posizionamento di un impianto dentale non può prescindere dalla verifica delle condizioni dell’osso mascellare.
Infatti, in presenza di un’atrofia ossea non è possibile procedere.
Pertanto, i chirurghi implantologi hanno il dovere di eseguire tutti gli accertamenti necessari, prima di intraprendere la via dell’impianto.
Uno degli esami più utilizzati per valutare la densità ossea di un paziente è la TC, ovvero, la tomografia computerizzata, una tecnica radiografica che ne restituisce un quadro obbiettivo.
Molto spesso, le zone edentule presentano una situazione ossea compromessa poiché la rigenerazione di questo tessuto viene stimolata proprio dall’azione meccanica dei denti, durante la masticazione.
In assenza di denti, lo stimolo viene meno e prende via un processo di riassorbimento e atrofia dell’osso.
Di conseguenza, per effettuare un impianto occorre sperare che gli esami diano esiti positivi sulla qualità ossea del paziente.
Cosa causa il riassorbimento osseo e come risponde la chirurgia rigenerativa?
La chirurgia rigenerativa rientra nell’ambito della chirurgia orale e pone la sua attenzione sulle atrofie ossee, cercando di riabilitarle attraverso l’innesto di nuovo materiale osseo.
La finalità è quella di ripristinare condizioni ottimali del tessuto osseo, contrastandone il riassorbimento, per consentire l’inserimento di uno o più impianti.
Ma per quale motivo avviene il riassorbimento dell’osso dentale?
Esistono diverse cause di questo problema.
Anzitutto, come detto poc’anzi, uno dei fattori principali è la mancanza dei denti poiché l’assenza del loro stimolo meccanico favorisce l’avvio di questo processo degenerativo.
In altri casi, la causa va imputata alle protesi mobili, quelle che più comunemente chiamiamo dentiere, perché anch’esse non stimolano la rigenerazione ossea.
Infine, può essere la conseguenza di un intervento di asportazione di un tumore.
Come funziona un intervento di rigenerazione ossea?
I medici specialisti del nostro studio dentistico a Bologna, quando si apprestano ad eseguire un intervento di chirurgia rigenerativa del mascellare superiore e della mandibola, possono valutare l’impiego di diverse tecniche di innesto, autologo o eterologo.
Con l’innesto autologo, il chirurgo preleva dal paziente il materiale da utilizzare per l’operazione.
Invece, con quello eterologo, usa materiali che possono avere origine animale o sintetica.
Ciò che ci si aspetta dopo l’innesto è che si inneschi un processo che viene definito osteogenesi, ovvero la generazione di nuovo tessuto osseo, che andrà a sostituire quello mancante.
Se tutto va secondo i piani, una volta assicurata la corretta rigenerazione ossea, si potrà procedere con l’impianto.
Quali sono le cause dei fallimenti di un impianto dentale?
Dopo un impianto dentale occorre valutarne l’effettiva sopravvivenza, con richiami di igiene orale periodici, poiché le complicanze non mancano.
La peggiore è senza dubbio la perimplantite che, tra formazione di essudato, sanguinamento e riassorbimento dell’osso, rappresenta un completo fallimento di tutta l’operazione.
È ormai acclarato che i soggetti più predisposti alle complicanze post operatorie di questo tipo sono quelli che in passato hanno sofferto di parodontite e, soprattutto, i fumatori più impenitenti.
Proprio così, il fumo è nemico della salute anche per quanto riguarda i denti.
Per prenotare una visita con i nostri chirurghi odontoiatri, non esitate a contattare il nostro studio dentistico a Bologna.